Eccola lì, la silenziosa, l’appartata, l’immortale Venezia: la guardo ancora una volta insultata dalle acque, quelle acque che Lei ha dominato per tanti secoli ora sembrano reclamare il loro turno di vittoria, di rivincita, di dominio.
Non so se ammirarla nella bellezza dei suoi colori e dei suoi angoli che si rispecchiano nelle acque che ora la possiedono o se piangere lacrime amare di stupidità, di ignoranza, di abbandono di noi stessi.
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